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CENTRO STUDI E RICERCA DI DIRITTO   FISCALE DELL'ECONOMIA DEL NON PROFIT

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Identità e Patto Associativo
Le nostre attività sono rese ad organizzazioni del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, profondamente radicate nella società italiana e attive da anni nella vita del Paese. Realtà diverse per storie, culture e modelli organizzativi, ma unite dalla condivisione di forti valori comuni: la dignità della persona e l’uguaglianza dei diritti come base del patto di cittadinanza; la dimensione Nazionale e partecipativa come orizzonte di una possibile convivenza che promuove pace e legalità.
Crediamo in una società solidale, laica e pluralista, in cui culture e religioni diverse sappiano incontrarsi e dialogare. Crediamo in un autentico sviluppo umano, in cui l’obbiettivo della crescita economica vada di pari passo con quello della tutela dei diritti e dei beni comuni, della qualità della vita, dell’ambiente e delle relazioni sociali. Viviamo immersi nella società e nelle sue contraddizioni, antenne sensibili alle trasformazioni che l’attraversano.
Siamo un laboratorio del cambiamento sociale, animato da cittadine e cittadini che guardano con fiducia al futuro e scelgono di essere protagonisti attivi della sua costruzione. Operiamo in ambiti diversi ma ci accomuna la vocazione a misurarci, nei territori e nelle comunità locali, coi problemi concreti; a promuovere l’azione collettiva delle persone in nome dell’interesse generale e del bene comune. Attraversiamo il tempo nuovo e difficile della globalizzazione, e ne vediamo i rischi e le opportunità. Dopo sessant’anni dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani, la loro negazione è ancora normalità quotidiana in tanta parte del pianeta. Disuguaglianze, guerre e conflitti, uso irresponsabile delle risorse naturali sono il risultato di un mondo dominato dalla legge del più forte, in cui perdono centralità i valori della vita e della dignità umana. Eppure ci sarebbero le risorse per garantire a tutti gli esseri umani una vita degna e la sicurezza del futuro, se i diritti tornassero ad essere la chiave di un diverso modello di sviluppo.
Il nostro Paese non è immune da questi problemi. Viviamo in una società frammentata, incapace di anteporre l’idea del bene comune agli interessi particolari e di fare sistema fra le sue componenti. Nuove povertà, precarietà delle condizioni di lavoro e di vita colpiscono strati sociali sempre più estesi alimentando un diffuso sentimento di insicurezza e di sfiducia. L’invadenza del mercato e dei consumi negli stili di vita e negli orientamenti culturali produce nelle persone una profonda crisi di senso e una condizione di grande solitudine. Scontiamo l’assenza di un progetto comune in cui riconoscersi, la caduta verticale dell’aspettativa di futuro e della speranza. Nuove paure e tensioni avvelenano le relazioni sociali e indeboliscono i legami comunitari.
Per invertire questa tendenza dobbiamo ricostruire un nuovo equilibrio fra la dimensione individuale e collettiva del vivere civile, recuperare la consapevolezza dell’interdipendenza dei destini umani, del nesso fra libertà e sicurezza reciproca, fra diritti dei singoli e responsabilità sociale. Ricostruire legami sociali, dare nuovo senso alla comunità. Servono più cultura, confronto e dialogo, strumenti indispensabili dell’autonomia e della libertà delle persone. Serve un nuovo welfare, che non sia solo risarcimento per gli ultimi ma strategia del benessere sociale diffuso, investimento nel capitale umano e nel futuro del Paese.
Determinante è il contributo dell’azione volontaria dei cittadini e della libera iniziativa sociale che persegue il bene comune. Associazioni, gruppi di volontariato, cooperative sociali e imprese sociali promuovono i valori della prossimità e della gratuità, della partecipazione e dell’autorganizzazione; valorizzano il protagonismo dei soggetti portatori di bisogni, mettono in rete competenze e risorse, sperimentano dal basso soluzioni concrete; contribuiscono a costruire un nuovo orizzonte di senso fondato sul benessere collettivo; animano lo spazio pubblico, attuano i principi costituzionali della responsabilità civica e della sussidiarietà, promuovendo la democrazia partecipativa e quella economica che rafforzano e completano la democrazia rappresentativa.
Le organizzazioni sociali che perseguono questi obbiettivi operano nella trasparenza, praticano la democrazia diretta, mobilitano energie di volontariato, mettono in atto anche iniziative di rilevanza economica. Il terzo settore opera nel mercato ma non è del mercato perché risponde a una mission diversa da quella del profitto, usa gli strumenti del mercato dal punto di vista della centralità della persona e dei diritti. I soggetti dell’economia sociale, cresciuti negli ultimi anni in capacità economica e organizzativa, sono una risorsa decisiva per l’innovazione delle politiche di welfare, ma non limitano il proprio ruolo alla sola produzione di servizi. Mantengono un equilibrio fra la dimensione economica e quella ideale della propria azione, sono anzitutto volano di partecipazione e di nuova cittadinanza. Esprimere la soggettività e l’autonomia di un terzo settore che si propone come parte integrante del “sistema paese”, era l’obbiettivo con cui quattordici anni fa decidemmo di dar vita al Centro Studio del Non Profit soggetto unitario per tutte le esigenze delle associazioni Italiane, strumento di valorizzazione e tutela, ma anche stimolo a riconoscere le basi culturali e gli obbiettivi comuni del nostro impegno. Da allora il Centro è cresciuto costantemente nel numero di adesioni e nell’insediamento territoriale, si è accreditato come parte sociale e come interlocutore con le associazioni ed enti vari, Enti Locali. Oggi, di fronte alla crisi del Paese e alle difficoltà crescenti del rapporto fra cittadini e istituzioni, occorre investire di più nell’iniziativa autonoma dei soggetti sociali e nella loro capacità di progettazione unitaria, dare voce e visibilità ad una società civile partecipe e impegnata, che rivendica un ruolo che intende concorrere con pari dignità alle decisioni pubbliche. L’autonomia e l’unità del terzo settore sono una risorsa irrinunciabile. Autonomia non vuol dire estraneità verso le istituzioni, ma capacità di offrire un contributo originale alla ricostruzione delle reti di cittadinanza e al rinnovamento, colmando la distanza che oggi separa la sfera istituzionale dalla società. Unità significa sintesi alta di culture e pratiche diverse, capacità di tradurre in valore la pluralità, di contaminarsi e arricchirsi reciprocamente nell’azione comune: un bene da tutelare e preservare, non certo a prescindere dai contenuti ma attraverso la verifica costante di valori e obbiettivi comuni. Per raccogliere la sfida del tempo nuovo e rispondere alle crescenti aspettative della società e delle istituzioni, anche le organizzazioni di Terzo Settore devono saper operare un salto di qualità assumendo nuove e più alte responsabilità. Per questo il centro apre oggi una nuova fase del suo progetto, con l’obbiettivo di rileggere il percorso fin qui fatto, rafforzare la propria identità, ridefinire il rapporto con le istituzioni e la politica, rilanciare l’iniziativa unitaria del Terzo Settore per il bene del Paese
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Manifesto del volontariato che vorremmo”

Il programma di attività che l'associazione presenta, assume una fondamentale rilevanza, oltre che per il nostro Centro stesso, per l’insieme dei suoi stakeholder, sotto vari aspetti:

  • per la modalità con cui viene elaborato: in particolare in termini di ampiezza della partecipazione e di approfondimento valutativo delle esperienze precedenti;
  • per i suoi contenuti, che costituiscono gli impegni che l'associazione si assume nei confronti del mondo del volontariato, degli utenti dei suoi servizi ed in generale verso tutti i suoi stakeholder;
  • per lo sforzo e la capacità dell’organizzazione di presidiare attentamente il processo di attuazione, attraverso la definizione di precisi programmi operativi e l’implementazione di un sistema di monitoraggio – verifica – valutazione;
  • per il livello della sua attuazione e, quindi, del rispetto degli impegni assunti.

Nel programma occorrerà pertanto che siano presenti:

  • un riferimento alla mission del Centro, cioè al modo in cui Centro, alla luce dei valori e dei principi cui si ispira, interpreta il mandato, affidatogli dalle associazione che vorranno sostenere il nostro progetto, di sostenere, qualificare e promuovere il volontariato e le sue organizzazioni;
  • gli obiettivi generali che il Centro si prefigge, per realizzare la mission, le strategie di intervento che ne conseguono e, pertanto, gli impegni che Centro si assume nei confronti dei propri stakeholder;
  • le modalità di costruzione del programma stesso, con le azioni partecipative che ha messo in atto per consultare i diversi stakeholder;
  • il sistema di monitoraggio – verifica – valutazione che intende applicare per seguire, rendicontare e valutare le azioni del programma stesso.

Sarà invece presente, nel programma, l’articolazione in attività e servizi attraverso i quali saranno concretamente realizzate le strategie decise: è questo un livello di dettaglio che attiene al piano operativo annuale. Alcune attività, servizi o azioni, potranno essere citati come esempi, ma a carattere non esaustivo. Questa scelta nasce dalla consapevolezza che, una volta definita una scelta strategica, diverse possono essere le strade praticabili per perseguirla, a volte dettate da occasioni, proposte di collaborazioni, vincoli, difficilmente prevedibili in anticipo.
Questo documento, quindi, riassume il percorso partecipativo tramite cui si sono poste le basi per la definizione di obiettivi generali e strategie, e presenta schematicamente e in modo sintetico le proposte di obiettivi e strategie emerse dall’ascolto di alcuni fra i principali stakeholder del  Centtro.
A questo quadro potranno aggiungersi altri elementi, decisi dagli organi dirigenti; da questa base, comunque, si partirà per la redazione del programma biennale.

Il percorso partecipativo
Nei mesi di maggio e di giugno ’08 si è svolto un percorso di ascolto e coinvolgimento di numerosi detentori di interesse nei confronti del  Centro al fine di raccogliere “visioni”, desideri, cambiamenti auspicati da parte del volontariato presente in Italia, diverso da regione e regione. Inizialmente il Consiglio direttivo ha dedicato un suo incontro all’elaborazione di un primo ventaglio di proposte.  In seguito 234 rappresentanti di 159 associazioni (per la maggior parte di volontariato) ai 12 incontri territoriali;  è stato uno sforzo innovativo e appassionante di incontro, scambio e raccolta di proposte. Anche lo staff del Centro ha potuto dare il suo contributo in un incontro apposito, gestito con le stesse modalità partecipative.
Il questionario per i singoli è stato compilato, on-line dal sito, da 100 persone, prevalentemente volontari e dirigenti di OdV e ha contribuito anch’esso a costruire il quadro delle proposte.
Da tutte queste indicazioni, raccolte nel “Manifesto del volontariato che vorremmo” ancora sotto forma di “visioni”, di desideri, di cambiamenti auspicati, si è partiti, nell’Assemblea Progettuale del 14 giugno, per cominciare ad individuare strategie ed azioni concrete che il  Centro può mettere in campo per contribuire a questi cambiamenti. La tappa dell’assemblea progettuale ha visto coinvolti, oltre alla maggior parte dello staff, alcuni rappresentanti del Consiglio direttivo e della compagine sociale e numerosi rappresentanti di OdV, per un totale di un centinaio di persone. Alla tavola rotonda di apertura dell’Assemblea progettuale hanno partecipato e portato i saluti i rappresentanti di onlus
E’ stato un percorso interessante e utile, non esaustivo e completo: sono state coinvolte circa il 10% delle OdV censite da Centro sul territorio Nazionale facenti parte di 7 regioni italiane. Altri interlocutori interessanti, come le istituzioni, i servizi pubblici, gli utenti, ecc., hanno avuto uno spazio molto ridotto per esprimere il loro punto di vista. Dalla ricchezza degli esiti di questo complesso percorso partecipativo, pur con alcune limitazioni, è possibile poter partire per formulare una proposta articolata di obiettivi strategici per ciascun ambito tematico: le linee di sviluppo prioritarie del Centro per i prossimi anni!
Va comunque sottolineato che Centro non può esimersi dall’interpretare un ruolo propositivo, di promozione: un ruolo di analisi dei bisogni generali del sistema del volontariato, che non può basarsi solamente sull’ascolto dei bisogni espliciti e consapevoli delle OdV, ma che deve saper anticipare ed interpretare bisogni complessi e sistemici, sfide emergenti e innovative.
Solo come esempi concreti e semplici, possiamo citare la potenzialità delle nuove tecnologie e la necessità di introdurre criteri etici nei consumi (carta riciclata, energia da fonti rinnovabili, …). Argomenti che non emergono con forza dagli incontri con le OdV, ma che il Centro può legittimamente proporre come obiettivi strategici della sua azione; legittimamente proprio in quanto la sua compagine sociale è espressione del volontariato stesso.

Le proposte di obiettivi e strategie
Questa parte del documento è strutturata nel seguente modo: gli otto ambiti tematici emersi dall’analisi territoriali sono riproposti ed articolati in obiettivi generali; per ciascuno sono indicate alcune possibili strategie, utili al perseguimento degli obiettivi generali stessi, emerse negli incontri, o durante l’assemblea progettuale; a queste seguono poi altre indicazioni emerse dall’assemblea, sotto forma di azioni puntuali o attenzioni metodologiche.
I primi tre ambiti risultano quelli maggiormente segnalati dalle persone coinvolte a vario titolo durante questo percorso partecipativo; sembrerebbero quindi emergere come gli ambiti prioritari di intervento futuro. Infine, oltre a questi otto ambiti, che riguardano obiettivi e strategie rivolti ai cosiddetti “stakeholder di missione” cioè ai destinatari diretti dell’azione del  Centro, ne vengono aggiunti altri due. Il primo riguarda obiettivi e strategie rivolte al governo del Centro, il secondo rivolto all’organizzazione interna del Centro. Per formulare correttamente obiettivi e strategie di questi ambiti, ci siamo rivolti ai risultati dei lavori del gruppo sulla governance e al documento del direttivo sulle priorità operative.

Ambito n° 1: Reti e sinergie
Ambito n° 2: Giovani e scuola
Ambito n° 3: Competenze e consapevolezza
Ambito n° 4: Cultura del volontariato e cittadinanza attiva
Ambito n° 5: Comunicazione e visibilità
Ambito n° 6: Rappresentanza e partecipazione
Ambito n° 7: Risorse economiche
Ambito n° 8: Innovazione e complessità
Ambito n° 9: Governo del Centro il mondo unito
Ambito n° 10: Organizzazione del Centro il mondo unito

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